Foro Stenopeico





Dopo le entusiasmanti lezioni di fotografia che si tenevano all’Accademia di Belle Arti di Firenze, c’era spazio per approfondire alcune tecniche della fotografia. Le lezioni erano esclusivamente teoriche ma la curiosità era tanta che si rendeva necessaria un’ulteriore approfondimento, così comprai il cartoncino con cui gli architetti sviluppano i loro “plastici” e costruii una piccola macchina fotografica dotata di un “foro stenopeico”. Consisteva per lo più in una scatola a chiusura ermetica in grado di contenere un piccolo foglio di carta fotografica che sarebbe diventato il negativo fotografico; per obbiettivo una pellicola di alluminio forata con la punta di uno spillo. Fu affascinante fare un viaggio a ritroso nel tempo e toccare con mano ciò che anni indietro si intendeva per fotografia. L’esposizione alla luce per un lungo periodo ritraeva pian piano ciò che si vedeva dalla finestra di camera a Pratantico: un’amaca e un tavolo con delle sedie bianche di plastica nel giardino. Ovviamente la foto fu rielaborata poi in “positivo” in camera oscura con questo risultato. Fu un’esperimento affascinante che non dimenticherò mai.

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